lunedì 2 febbraio 2015

Interviste eccellenti: Roberto Cacciapaglia

Il pescatore di perle musicali: la rivoluzione di Cacciapaglia



(Dall'intervista pubblicata il 20.03.2014)

Continua   la nostra inchiesta sul linguaggio musicale...

Oggi, sono perciò  onorata di potervi presentare uno degli artisti italiani più famosi all’Estero: l’eclettico Roberto Cacciapaglia,  noto musicista e produttore milanese, diplomatosi al Giuseppe Verdi, che è stato pioniere tra i pionieri d’Italia nel campo della musica elettronica e non solo,  lavorando  infatti con la Rai ed il CNR di Pisa.
Così  immersi nella contemporaneità, i suoi capolavori hanno spesso impreziosito  campagne  pubblicitarie  le quali, attraverso il suo tocco “sinestetico”, sono diventate  subito universali: è il caso di Atlantico in Illy 2006 o Sarabanda per la Barilla, per citare alcuni dei “commenti” di quelle pubblicità rimaste più  impresse nel nostro cuore.
Mentre vince la sfida rivolta ad artisti che, più o meno giovani,  interessati a migliorare, vogliono seguire un percorso di crescita individuale, oltre che compositivo, esce con un album che rimanda espressivamente al linguaggio.
Si intitola Alphabet, che viene appunto descritto dal M° come “l’incontro con il suono acustico con la tecnologia più sofisticata”.
E lo ringraziamo per una dedica davvero rivolta emblematicamente  alla nostra regione…






F.F. Roberto Cacciapaglia ci racconta la sua ennesima rivoluzione-evoluzione.
È l’incontro con il suo acustico del pianoforte, il quale a sua volta incontra una tecnologia molto sofisticata e dà la possibilità di far vedere i suoni invisibili, che si definiscono e che si possono paragonare con degli armonici. Possiamo pensare a dei raggi, cioè le onde sonore che raggiungono lo spettatore. Di solito, mandiamo il suono ma poi lo perdiamo.attraverso questa speciale tecnologia, invece, abbiamo la possibilità di seguire le onde che arrivano a chi le ascolta.
F.F. Il senso del suo “Alphabet”.
Le lettere sono la sorgente di tutti i linguaggi, è un po’ come il suono immobile che attraverso le forme arriva all’ascoltatore. Possiamo tracciare un’analogia con la notazione britannica, dove si usano appunto le lettere, lo spazio ed i numeri possono essere interpretati come lo spazio ed il tempo e scandiscono la musica come sorgente di tutte le possibilità.
F.F Attraversa gli stili: il suo segreto.
Io ho un mio filo conduttore, un’idea base che consiste nel pensare la musica come mezzo e non fine. Se parliamo di stili posso dire che si lavora sullo spazio esterno ed interno, ovvero sulla concent5razione e propagazione che lavorano insieme. Se la musica è rivolta al sociale, la cosa cambia un po’ di più perché ha una funzione di contatto. Se paragoniamo un suono invocativo in una chiesetta Abruzzese dell’anno 1000, sarà molto simile a quello riprodotto oggi nella medesima chiesetta in mezzo alle vostre splendide montagne. Se si rivolge un suono all’esterno, quindi paragoniamo quello di una band degli anni 50 ad una dei nostri giorni, il contesto è completamente diverso, dai ritmi all’abbigliamento. I suoni che si rivolgono all’interno non mutano…
F.F. Cioè i suoni che si rivolgono all’anima?
Sì, possiamo dire all’anima, o comunque cambiano molto meno un po’ come il sole.
F.F.  Quanto hanno contato gli spot pubblicitari nella sua carriera?
Tanto, ho potuto pagarmi gli studi al conservatorio, indubbiamente mi hanno aiutato a farmi conoscere. Certo, gli spot mi devono corrispondere, anche come musica, cioè come compositore. La musica esercita il suo potere in ogni luogo, anche al servizio di altro.
F.F. Quanto è importante il vettore pubblicatario e/o cinematografico per un compositore moderno?
Come dicevo, è una palestra straordinaria ed è innegabile che anche molti dei miei fans mi hanno “trovato” attraverso i jingles.
F.F. Come argina la crisi esistenziale degli ultimi tempi il M° Cacciapaglia?
A livello emozionale. Il giovane è colui che ha voglia di crescere e di stupirsi, non conta in questa caso l’età anagrafica. In una civiltà che si rispetti, ci si dovrebbe comportare come in Irlanda, dove giovani e meno giovani discorrono assieme al pub la sera. La crisi può anche servire a riflettere , anche se non mi fraintenda, non ne sono assolutamente contento. Poiché purtroppo assistiamo anche al  contemporaneo degrado della natura. La musica può anche aiutarci a riflettere con scelte più eque nella nostra quotidianità.
F.F. Fonti di ispirazione?
Il pre - linguagguio: il silenzio. Che è paradossalmente diventata  la cosa più cara. Un tempo, la musica era un atto volontario. Oggi,è un continuo, dal supermercato al negozio di abbigliamento, per fare qualche esempio. Cioè la musica è diventata un slavagente, perché il silenzio ci mette a nudo mentre va rispettato ed è èer questo la prima fonte di ispirazione. Ci siamo allontanati tanto dalla produzione naturale che poi ci ripaga come ci sta ripagando. Così dobbiamo tornare alle origini.
F.F. Secondo lei, è possibile un’ulteriore evoluzione artistica o siamo in preda ad un neodecadentismo espressivo?
Ma no, stiamo incominciando adesso. È l’inizio dell’incontro con il tocco, fino all’onda che si comprime ed espande sino ad arrivare a creare una comunicazione con gli altri. È un viaggio che deve arrivare a portare alla luce. Penso ad un suono subacqueo, che cerco come un pescatore di perle. Il pianoforte è come un veliero che naviga nello spazio tra le onde sonore.
F.F. La quotidianità di Cacciapaglia: cosa le piace fare?
Mi piacciono le barzellette, ridere ed esprimere  la gioia di vivere  in ogni ambito.
F.F. Una sua dedica ai lettori de ilcorrieredabruzzo.it
Evidence, tratta dal mio ultimo album, per sublimare la bellezza della vostra terra in mezzo alle vostre stupefacenti montagne.


Federica Ferretti


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