Il
pescatore di perle musicali: la rivoluzione di Cacciapaglia
(Dall'intervista pubblicata il 20.03.2014)
Continua la nostra inchiesta sul linguaggio musicale...
Oggi, sono perciò onorata di potervi presentare uno degli
artisti italiani più famosi all’Estero: l’eclettico Roberto Cacciapaglia, noto musicista e produttore milanese,
diplomatosi al Giuseppe Verdi, che è stato pioniere tra i pionieri
d’Italia nel campo della musica elettronica e non solo, lavorando infatti con la Rai ed il CNR di Pisa.
Così immersi nella contemporaneità, i suoi
capolavori hanno spesso impreziosito
campagne pubblicitarie le quali, attraverso il suo tocco “sinestetico”,
sono diventate subito universali: è il
caso di Atlantico in Illy 2006 o Sarabanda per la Barilla, per citare alcuni
dei “commenti” di quelle pubblicità rimaste più impresse nel nostro cuore.
Mentre vince la sfida rivolta ad artisti che, più
o meno giovani, interessati a migliorare,
vogliono seguire un percorso di crescita individuale, oltre che compositivo, esce
con un album che rimanda espressivamente al linguaggio.
Si intitola Alphabet, che viene appunto descritto
dal M° come “l’incontro con il suono acustico con la tecnologia più
sofisticata”.
E lo ringraziamo per una dedica davvero rivolta emblematicamente alla nostra regione…
F.F.
Roberto Cacciapaglia ci racconta la sua ennesima rivoluzione-evoluzione.
È l’incontro con il suo acustico del pianoforte,
il quale a sua volta incontra una tecnologia molto sofisticata e dà la
possibilità di far vedere i suoni invisibili, che si definiscono e che si
possono paragonare con degli armonici. Possiamo pensare a dei raggi, cioè le
onde sonore che raggiungono lo spettatore. Di solito, mandiamo il suono ma poi
lo perdiamo.attraverso questa speciale tecnologia, invece, abbiamo la
possibilità di seguire le onde che arrivano a chi le ascolta.
F.F. Il senso del suo “Alphabet”.
Le lettere sono la sorgente di tutti i linguaggi,
è un po’ come il suono immobile che attraverso le forme arriva all’ascoltatore.
Possiamo tracciare un’analogia con la notazione britannica, dove si usano
appunto le lettere, lo spazio ed i numeri possono essere interpretati come lo
spazio ed il tempo e scandiscono la musica come sorgente di tutte le
possibilità.
F.F
Attraversa gli stili: il suo segreto.
Io ho un mio filo conduttore, un’idea base che
consiste nel pensare la musica come mezzo e non fine. Se parliamo di stili
posso dire che si lavora sullo spazio esterno ed interno, ovvero sulla
concent5razione e propagazione che lavorano insieme. Se la musica è rivolta al
sociale, la cosa cambia un po’ di più perché ha una funzione di contatto. Se
paragoniamo un suono invocativo in una chiesetta Abruzzese dell’anno 1000, sarà
molto simile a quello riprodotto oggi nella medesima chiesetta in mezzo alle
vostre splendide montagne. Se si rivolge un suono all’esterno, quindi
paragoniamo quello di una band degli anni 50 ad una dei nostri giorni, il
contesto è completamente diverso, dai ritmi all’abbigliamento. I suoni che si
rivolgono all’interno non mutano…
F.F. Cioè
i suoni che si rivolgono all’anima?
Sì, possiamo dire all’anima, o comunque cambiano
molto meno un po’ come il sole.
F.F. Quanto hanno contato gli spot pubblicitari
nella sua carriera?
Tanto, ho potuto pagarmi gli studi al
conservatorio, indubbiamente mi hanno aiutato a farmi conoscere. Certo, gli
spot mi devono corrispondere, anche come musica, cioè come compositore. La
musica esercita il suo potere in ogni luogo, anche al servizio di altro.
F.F.
Quanto è importante il vettore pubblicatario e/o cinematografico per un
compositore moderno?
Come dicevo, è una palestra straordinaria ed è
innegabile che anche molti dei miei fans mi hanno “trovato” attraverso i
jingles.
F.F. Come
argina la crisi esistenziale degli ultimi tempi il M° Cacciapaglia?
A livello emozionale. Il giovane è colui che ha
voglia di crescere e di stupirsi, non conta in questa caso l’età anagrafica. In
una civiltà che si rispetti, ci si dovrebbe comportare come in Irlanda, dove
giovani e meno giovani discorrono assieme al pub la sera. La crisi può anche
servire a riflettere , anche se non mi fraintenda, non ne sono assolutamente
contento. Poiché purtroppo assistiamo anche al
contemporaneo degrado della natura. La musica può anche aiutarci a
riflettere con scelte più eque nella nostra quotidianità.
F.F. Fonti
di ispirazione?
Il pre - linguagguio: il silenzio. Che è
paradossalmente diventata la cosa più
cara. Un tempo, la musica era un atto volontario. Oggi,è un continuo, dal
supermercato al negozio di abbigliamento, per fare qualche esempio. Cioè la
musica è diventata un slavagente, perché il silenzio ci mette a nudo mentre va
rispettato ed è èer questo la prima fonte di ispirazione. Ci siamo allontanati
tanto dalla produzione naturale che poi ci ripaga come ci sta ripagando. Così
dobbiamo tornare alle origini.
F.F.
Secondo lei, è possibile un’ulteriore evoluzione artistica o siamo in preda ad
un neodecadentismo espressivo?
Ma no, stiamo incominciando adesso. È l’inizio
dell’incontro con il tocco, fino all’onda che si comprime ed espande sino ad
arrivare a creare una comunicazione con gli altri. È un viaggio che deve
arrivare a portare alla luce. Penso ad un suono subacqueo, che cerco come un
pescatore di perle. Il pianoforte è come un veliero che naviga nello spazio tra
le onde sonore.
F.F. La
quotidianità di Cacciapaglia: cosa le piace fare?
Mi piacciono le barzellette, ridere ed
esprimere la gioia di vivere in ogni ambito.
F.F. Una
sua dedica ai lettori de ilcorrieredabruzzo.it
Evidence, tratta dal mio ultimo album, per
sublimare la bellezza della vostra terra in mezzo alle vostre stupefacenti montagne.
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