La musica come possibilità di redenzione di un umile.
Una possibilità che non fu estranea neppure a Pasolini.
O al Fellini di La strada.
I due uomini, dimenticano ciò che sono stati e si trasformano in ciò che sono: entrambi vittime di una guerra assurda.
Rifettiamo che la metafora politica del linguaggio musicale, continua a persistere.
E forse, è l'unica che ci potrà salvare.
Quando la Musica racconta la Vita: il Pianista di
Polansky
Mercoledì 11
Gennaio - 21:24 Federica Ferretti
Applicabilità del linguaggio
musicale o semplice musica applicata?
Il Novecento
è stato letteralmente permeato dal fenomeno della musica cinematografica che,
da umile tappeto sonoro, ha potuto assurgere al ruolo di vero e proprio
linguaggio, di cui non di rado si sono sfruttati gli slittamenti semantici: la
musica cioè si è imposta quale metafora sociale.
Ciò vuol
dire che non è stato un caso se registi di fama mondiale ne abbiano colto la
versatilità e si siano adoperati per farne un “elemento narrativo fondamentale”,
quando media appunto la comunicazione tra i personaggi.
Le
possibilità di stratificazione di senso e significato che soprattutto il
repertorio preesistente può permettere, sono pressoché infinite, e ci portano,
ancora per una volta, a sostenere la tesi per cui molti cineasti abbiano
avviato con una certa consapevolezza un loro personale processo democratico
degli stessi.
Perciò
possiamo affermare che Polansky non solo gioca ma amplifica il“valore
espressivo globale” conquistato nei secoli dalla Ballade n.1 in G minor,
op. 23 di Chopin.
La sua forza
comunicativa, finirà infatti per l’abbattere le barriere razziali tra il
giovane pianista ed il suo aguzzino, di cui avremo potuto scoprire,
però, la medesima natura di musicista...
...questo è
l’inizio di un nuovo ciclo di articoli che ci porterà a riconoscere le
potenzialità meta-linguistiche di un linguaggio che, mai come adesso,
potrà essere chiamato in campo ad abbracciare il mondo...
Federica
Ferretti
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