SOLO UN UOMO
Venerdì 11
Ottobre 2013 - 10:03 Federica Ferretti
E così, a grande richiesta, ripercorriamo a ritroso quell'idea, quel progetto, sin da quella che fu la prima intervista di presentazione della Rubrica Le Eccellenze, ...
Parte un progetto ambizioso:
raccontare la realtà circostante con occhi ad ogni volta nuovi, aperti ad ogni
volta ad indagare su un punto di osservazione diverso; una prospettiva che avrà
la volontà di spostare l’angolazione, la nostra così come la vostra, per
cogliere un altro spunto di vita, e di pensiero. Cogliere un’idea,
costruire un’ immagine che può essere diversa rispetto a quanto già detto,
sentito, esaminato. Partono mini-inchieste che hanno il sapore della
scoperta di un filo rosso più o meno consistente, palpabile, di cui forse, non
ci eravamo accorti. O che avevamo seguito solo a metà.
Questa
settimana, raccontiamo storie di donne che hanno fatto della scrittura non solo
un vanto, quanto un punto di rinnovamento, di rinascita in senso
lato. Esploreremo i sentieri della comunicazione scritta, rendendoci ad un
certo punto conto delle possibilità che offre la parola. Infinite, come
infinite sono le sfaccettature dell’animo muliebre. Nomi noti sul paino
internazionale affiancano quelli che ci tengono compagnia a livello
regionale. Ma sono anche donne che si lasciano ammirare per un altro
comune denominatore: l’umiltà. Dalla famosa scrittrice Alessandra
Appiano, che molti di voi ricorderanno soprattutto perché legato al
successo della rubrica di Donna Moderna “Amiche di salvataggio”, ora in uscita
con il suo ultimo inno all’amore: Solo un uomo, (Garzanti) a Rita Rocca,
giornalista professionista presso la redazione di Inviato Speciale, il
rotocalco del Giornale Radio Rai, attualmente impegnata nella promozione
del suo primo corto metraggio Eu-daymonia. Fino alla nostrana Gigliola Edmondo, dell’abruzzese Rete 8. Donne
accomunate dalle potenzialità della scrittura, che diventa “insospettabilmente
creativa” e ci stupisce, come non avreste mai detto.
Alessandra
Appiano ha
raggiunto il successo con il suo primo romanzo Amiche di salvataggio (vincitore
del Premio Bancarella 2003), e da allora non ha più smesso di indagare
sull’animo femminile. Da Domani ti perdono, a Scegli me, da Le vie delle
signore sono infinite a Le belle e le bestie, da Il cerchio degli amori sospesi
al suo ultimo Solo un uomo (appena uscito per Garzanti) la sua cifra è
quella della ironia mista alla partecipazione. Ha un passato di autrice di
numerose trasmissioni tv (tra cui Passaparola) e un presente da opinionista (la
si vede spesso a Verdetto Finale e a La vita in diretta).
Da anni cura
su Donna Moderna la rubrica Amiche di salvataggio e ora anche l’omonimo
e seguitissimo blog.
F.F. Ciao Alessandra. Presentarti non è facile, si rischia
sempre di trascurare qualcosa, perciò ti lascio subito la parola: racconta ai
lettori de ilcorrieredabruzzo.it come riuscire ad emergere in un’Italia di
santi poeti e… scrittori, appunto!
A. A. Sicuramente vincere un premio importante
come il Bancarella mi ha molto aiutato, Amiche di salvataggio è stato un
bestseller e quando arrivi a un pubblico così vasto rimane uno zoccolo duro di
lettori che giova anche ai romanzi successivi.
Però dal
2003 a oggi sono passati dieci anni e gli scenari sono molto cambiati,
purtroppo l’editoria (come il giornalismo) sono settori colpiti da una pesante
crisi, non solo economica. Internet ha cambiato tutti i giochi. E rimanere in
pista è sempre più complicato: moltissimi romanzi belli non hanno avuto modo di
arrivare non dico al grande pubblico, ma proprio al pubblico.
F.F.Segui un filo
rosso nella compilazione delle tue opere?
A.A.Ogni mio romanzo nasce da un’idea
forte, da qualcosa che urge per venire alla luce. E che devo assolutamente
raccontare.
F.F.Tre aggettivi che useresti per descriverti come donna…
A.A.Generosa,
solare, estroversa, a tratti persino temeraria…ma, come tutti, a momenti posso
anche essere il contrario: introversa, fragile, ripiegata su me stessa. E
scrivere è un esercizio che richiedere isolamento e solitudine.
F.F.Partiamo dal
titolo del tuo ultimo romanzo…
A.A.Il titolo gioca su un doppio binario: Solo un
uomo può far venire in mente qualcosa di molto romantico, tipo c’è solo un uomo
che conta davvero nella vita. Ma anche
qualcosa di relativo e di ironico, del tipo “vabbè è solo un uomo, che cosa
pretendere?”. Nel romanzo gli uomini sono la chiave per ripercorrere a ritroso
la vita di Camilla, protagonista del mondo dello spettacolo svanita nel nulla.
Alla sua migliore amica Alice, madre single sfortunata nell’amore, ha lasciato due
buste che celano gli indizi per scoprire una specie di mappa del tesoro. Che
rimetterà insieme pezzi di cuore e il dono del coraggio per spiccare il volo.
Non possiamo svelare di più perché il tuo ultimo romanzo è anche un giallo
sentimentale…Però Camilla dimostra una voglia di “rinascere” contagiosa.
Io ho sempre
raccontato di persone a un punto di svolta: Camilla è una donna di successo che
sta vivendo una profonda crisi esistenziale. Siccome è una persona dalle mille
risorse, userà la sua crisi per aiutare se stessa e la sua amica Alice.
Sparendo in modo misterioso sonda le possibilità di una vita nuova per tutte e
due. Del resto rinascere, reinventarsi per se stessi e per gli altri è la
missione (e la condanna) delle persone dotate di un’energia speciale.
F.F.In questo
libro c’è il tema a te più caro: il valore salvifico della solidarietà
femminile…
A.A.Sì, e c’è anche la capacità inesauribile delle donne di risorgere
dalle ceneri delle loro sconfitte sentimentali. E di rilanciare, sempre. Però
le figure maschili sono positive, la solidarietà femminile non deve diventare un
patto contro gli uomini.
F.F.Sulla
copertina di Solo un uomo c’è scritto: credevo di conoscere l’amore . Ma in
amore non ci sono regole , si imparata tutto sulla propria pelle…
A.A. Sì sull’amore
non c’è nessuna teoria che valga, si impara tutto sulla propria pelle, e, per
dirla alla Camilla, ogni cicatrice è poesia life. Però non si soffre mai
invano. Spesso per arrivare all’uomo giusto bisogna passare da quello
sbagliato. Camilla è una donna libera, indipendente.
F.F.Cosa significa la libertà,
oggi, per una donna? E quanto lontane siamo dal raggiungimento di uno status
soddisfacente?
A.A. Se guardiamo indietro, non possiamo non vedere i progressi.
Solo mezzo
secolo fa una trentenne single era una zitella acida e una cinquantenne una
vecchia ciabatta. D’altro canto quando si leggono le continue violenze contro
le donne, ci si chiede quando arriverà un mondo migliore, quello in cui una
ragazza può uscire tardi la sera, vestita come le pare, senza rischiare di
essere aggredita o anche solo importunata.
F.F.Tu hai una rubrica e ora anche un
blog che si chiama Amiche di salvataggio. Le tue amiche si aggrappano a te come
a una zattera in una mare in tempesta? E tu fai lo stesso con loro?
A.A. Le donne
quando sono amiche sono proprio una zattera di salvataggio l’una per l’altra.
Tuttavia
ammetto di assomigliare un po’ a Camilla, che tende a trascinare gli altri, e
fatica a chiedere aiuto. Ma sto cercando di migliorare: in fondo viviamo per
questo, per imparare a fare meglio la prossima volta.
Federica
Ferretti
©
Riproduzione riservata
Nessun commento:
Posta un commento