venerdì 20 aprile 2012

Ho paura quanto ti parlo
che il tempo non si fermi dentro al tempo
e che tu possa andare via
quando io ne avrei più bisongo
tra le nebbie di una giornata
semi-estva
che si ostina a giocare con la sua luce
e a parlare il linguaggio delle foglie autunnali
in mezzo al suo agosto.
Ma io ti parlo ancora
tra il fogliame disseccato
del giaciglio imporvvisato
della scorsa primavera,
della bellezza di un'emozione,
del parallelo grigiore di una sensazione
e ora che ti nascondi ai miei occhi di fuoco
io resto lì, ad aspettarti,
con l'anima anora spogliata.F.F.

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